Librecensione - "La distanza da Helsinki", Raffaella Silvestri

Salve a tutti mie carissimi amici del blog, e ben trovati in un nuovo articolo!
Oggi nuovo post in collaborazione con la cara Eleonora in cui troverete un Focus su Raffaella Silvestri, autrice di “La distanza da Helsinki” e “La fragilità delle certezze”, abbiamo letto ognuna uno dei suoi romanzi.
Trovate qui il post di Vivere tra le righe:
http://viveretralerighe.blogspot.it/2018/01/recensione-la-fragilita-delle-certezze.html

Il romanzo è edito Bompiani, è stato pubblicato nel 2014 e il prezzo è di 12,90€.

                                                       

"Quando si diventa davvero grandi? Quanto coraggio ci vuole per fare il grande passo e uscire dall'adolescenza una volta per tutte? Viola e Kimi hanno sedici anni, e non lo sanno ancora. Lei è italiana, lui finlandese. Lei socievole e intraprendente, lui con gli occhi fissi sul libro che sta leggendo, come se il mondo intorno non ci fosse. Entrambi hanno un segreto che li rende molto diversi dagli altri. Viola ha perso la madre, Kimi è affetto da una indefinibile forma di autismo. Lei non vuole, o meglio, non vorrebbe che quello che le è successo condizionasse la sua vita, lui percepisce la realtà soltanto attraverso le note di un pianoforte. Si incontrano a un corso d'inglese a Londra, e da quel momento, ogni anno, a luglio, si incontreranno attraverso l'Europa, mentre la vita scorre loro accanto. Fino a quando, sedici anni dopo il primo incontro, entrambi riceveranno un invito che li porterà a prendere un'altra decisione, che cambierà per sempre le loro vite. Un romanzo sulla necessità e la voglia di crescere. Un romanzo sulle occasioni che la vita ci offre, e non sempre riusciamo a cogliere, ma anche un richiamo all'autenticità, all'intensità che i protagonisti devono affrontare. E soprattutto, un romanzo sul coraggio e sulle prove che bisogna superare per poter dire di essere veramente vivi."


Il romanzo racconta due storie, quella di Viola e quella di Kimi, e di come queste due storie si uniscano, si intreccino, si sfiorino le dita e poi si separino bruscamente, per poi trovarsi di nuovo.
Viola è una sedicenne di Milano che ha perso la mamma, ma cerca di mascherare il suo dolore inseguendo la voglia di essere “come tutti”.
Kimi è un ragazzo finlandese, anche lui sedicenne, con una leggerissima forma di autismo, che vive attraverso la musica.
I due si incontreranno a Londra per seguire un corso di inglese, ma il loro primo incontro non promette certo nulla di buono: Viola cerca di aiutare Kimi, convinta che si sia perso e lui, per ringraziarla, le risponde a malapena. Tuttavia la loro conoscenza proseguirà, soprattutto grazie all’insistenza di lei. Kimi all’inizio, anche per colpa della sua fobia sociale, non ha interesse a coltivare rapporti con altre persone, infatti è molto taciturno e preferisce il silenzio al dire cose strane. Nonostante tutto tra loro nasce una bellissima amicizia, che per entrambi si tramuterà in qualcosa di più: un sentimento forte e autentico, dove riescono a essere davvero loro stessi solo quando sono in reciproca compagnia. Il loro mese di studio londinese, però, finisce fin troppo presto e, per un capriccio di Viola, i due si lasciano quasi senza salutarsi. Viola rincorre un aereo che è già partito, e non le resta che seguirlo dalle vetrate dall’aeroporto, col cuore a pezzi.

Nel corso degli anni i due torneranno a vedersi e ogni incontro sarà come una boccata d’ossigeno, come svegliarsi dal torpore delle proprie esistenze dopo lunghi periodi di asfissia emotiva. Questo vale soprattutto per Viola, che si convince che tutto intorno a lei vada bene, ma in fondo non ha altro che un vuoto, che solo un desiderio irraggiungibile potrà colmare.
Kimi prosegue la sua esistenza viaggiando e suonando il pianoforte, il suo unico vero e genuino mezzo di comunicazione col mondo, alla spasmodica ricerca di riportare nella realtà quella melodia tanto perfetta che scorre nella sua testa.

Non ho davvero parole per esprimervi quanto questo libro sia bello!
La storia arriva dritta al cuore e allo stomaco del lettore, facendo desiderare un nuovo incontro, sperando che i due riescano a rivedersi ed essere felici. L’immedesimazione è un tratto che la Silvestri è riuscita ad accentuare magistralmente, facendo sì che il lettore soffra e gioisca e respiri le loro emozioni, il loro dolore, le loro anime.
La cosa sorprendente di questo libro è quanto veri siano i due protagonisti, quanto vere e sensibili siano le loro storie: chi legge cresce con loro, e torna adolescente seguendo il flusso dei ricordi delle loro sensazioni.
E’ un libro a volte molto crudo, vivido nelle descrizioni delle emozioni e dei paesaggi, che talvolta diventano riflesso dei protagonisti. La Silvestri ha dipinto la realtà a pennellate decise, dai contorni netti e senza fronzoli: una realtà che fa male proprio per la sua verità.

Ogni parola è scelta con estrema cura, proprio perché ricca di un significato profondo: è come se parlasse direttamente alla nostra anima, al nostro cuore, e così diventiamo tutti Kimi e Viola, diventiamo le loro esperienze, i loro limiti e le loro difficoltà, e secondo me non c’è niente di più magico che un autore possa creare raccontando una storia.

Lo stile è molto paratattico, composto da frasi brevi e periodi corti; questo proprio al fine di enfatizzare l’importanza di quanto si sta leggendo, ma anche per trasmettere l’ansia e il male che c’è nelle vite dei due protagonisti. Lo stile è asciutto proprio perché non c’è bisogno di  imbellettamenti nella storia che ci racconta la Silvestri, in quanto sceglie di raccontare la vita nella sua frenesia, nella sua imperfezione e il modo in cui sceglie di farlo è perfetto per la storia.
Inoltre questa scelta stilistica può essere davvero utile al lettore, poiché fa scorrere le pagine del libro davvero velocemente.

Tre temi trattati nel libro mi sono rimasti particolarmente cari: la musica, “la diversità” e la realtà.

Di quest’ultima vi dirò che mi ha sorpreso per la forza con cui si impone tra le pagine: come dicevo non c’è spazio per edulcoramenti! Ci sono momenti teneri e belli, pieni di gioia, dove si ha la certezza che tutto vada a finire nel migliore dei modi per tutti, ma dall’altra parte si va a indagare quelle che sono le sfaccettature più cupe dell’esistenza: vuoto, depressione, dipendenza, mancanza di senso. E la vita reale, quotidiana è proprio un susseguirsi, più o meno violento o intenso, di questi momenti. Ecco perché ci si immedesima tanto e si prova tanta empatia.

Il tema della diversità è invece molto più sottile: Kimi e Viola sono diversi, si sentono tali e vediamo come entrambi affrontano questo peso. Viola non fa altro che perseguire l'ideale di "normalità", cercando di fare quello che fanno tutti, ma non coltivando quello che è il suo vero sé non potrà far altro che cadere sempre più in un baratro fatto di vuoto. E invidia Kimi, che sta per i fatti suoi a cercare di esprimersi attraverso le note di un pianoforte. Senza aver paura di non essere come gli altri, attanagliato da una morsa di indifferenza che però gli impedisce di essere davvero felice.

Per il tema della musica, invece, voglio lasciarvi un estratto del libro, tra quelli più forti e belli e che mi ha emozionata di più:

“Kimi vive dentro la musica. La vede, la può toccare, La musica è, per Kimi, un paesaggio fatto di forme e colori, un luogo in cui sentirsi al sicuro, un piccolo giardino in cui camminare avanti e indietro, o una distesa di sabbia calda e avvolgente. Gli altri vedono un ragazzino che fa ondeggiare il busto avanti e indietro di fronte a una tastiera. Lui vede le note muoversi, come montagne e colline in un universo incantato , e ne sente la consistenza, ruvida come la paglia o umida come l’erba di primo mattino sotto i piedi, dipende da quello che sta suonando. Brani che richiedono ai suoi compagni di conservatorio ore e ore di esercizio, di duro lavoro, d’impegno e di rinunce, a lui semplicemente appaiono, ancor prima di toccare la tastiera, e poi scorrono nelle dita, in quello stato di grazia in cui si ritrova quando suona. La chiamano sinestesia. Per Kimi è l’unico modo di fare esperienza della musica. Non esiste suono senza colore e senza consistenza.”

Miei cari lettori, per questo post è davvero tutto! Io ho amato questo libro e non posso far altro che consigliarvene caldamente la lettura!
Se volete saperne di più sulla seconda pubblicazione di Raffaella Silvestri correte a leggere la recensione di Eleonora.

Se volete, diventate lettori fissi del blog per non perdere i prossimi post!
Vi auguro buone letture,
Giorgia.

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